La finanza pubblica italiana by Alberto Zanardi

La finanza pubblica italiana by Alberto Zanardi

autore:Alberto, Zanardi [Zanardi, Alberto]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Economia, Studi e Ricerche
ISBN: 9788815309716
editore: Societa editrice il Mulino Spa
pubblicato: 2012-10-14T22:00:00+00:00


4. La spesa pubblica per l’assistenza e il disegno di legge delega per la riforma fiscale e assistenziale

Le manovre di finanza pubblica dell’ultimo quadriennio, dettate dall’obiettivo prevalente del risanamento finanziario in un contesto di crescita nulla (e in alcuni anni negativa) dell’economia, hanno solo parzialmente inciso sulla spesa pubblica per assistenza. Le prestazioni monetarie, se si escludono le indennità di accompagnamento (passate da 10 a 12,6 mld di euro dal 2006 al 2010), sono rimaste sostanzialmente stazionarie in termini reali, mentre si sono considerevolmente ridotti i fondi statali destinati al welfare territoriale, in particolare quello comunale, scesi da 2,5 mld nel 2008 a 540 mln nel 2011, con una riduzione percentuale di quasi l’80%.

Si confermano pertanto i limiti strutturali delle politiche per l’assistenza del nostro Paese: la netta superiorità delle prestazioni monetarie (circa il 90%) su quelle in servizi, a cui si accompagna un peso altrettanto forte dei programmi governati dal centro (oltre l’80% della spesa complessiva) su quelli di diretta competenza degli enti locali; la frammentarietà dei programmi esistenti – si pensi, ad esempio, ai trasferimenti a sostegno delle responsabilità familiari come l’assegno al nucleo familiare, l’assegno alle famiglie con almeno 3 minori e al loro mancato coordinamento con analoghi interventi da lato del prelievo (detrazioni Irpef per carichi di famiglia, ulteriore detrazione per i contribuenti con almeno quattro figli a carico) – spesso frutto di interventi legislativi ispirati più ad una logica incrementale di spesa che di riordino della stessa; la categorialità della maggior parte degli istituti vigenti, che limita la platea dei beneficiari a coloro che, oltre ad essere in condizioni di bisogno economico, soddisfano ulteriori criteri di selezione (limiti di età per le pensioni sociali, la prevalenza del reddito da lavoro dipendente per l’assegno al nucleo familiare, ecc.); la mancanza di un istituto universale di contrasto della povertà, riservato ai poveri in quanto tali; l’impiego di criteri di selettività in base alla condizione economica non omogenei tra loro (reddito complessivo Irpef, reddito disponibile familiare, Isee); la notevole disparità territoriale nell’entità degli interventi e servizi socio-assistenziali dei comuni; l’insoddisfacente performance redistributiva della spesa complessiva.

Secondo una definizione allargata di spesa per assistenza, che include le integrazioni al minimo delle pensioni, gli assegni al nucleo familiare e le detrazioni Irpef per carichi familiari, tale comparto assorbiva 61,9 mld di euro nel 2010, pari al 4% del Pil. Di questi, 50 mld circa erano costituiti da trasferimenti in moneta, erogati dal governo centrale e ripartiti in proporzione uguale tra istituti rivolti al sostegno delle responsabilità familiari (assegno al nucleo, detrazioni fiscali per carichi di famiglia), programmi di contrasto della povertà (assegno alle famiglie con almeno 3 minori, carta acquisti (social card), pensioni sociali, integrazioni al minimo) e programmi a favore della non autosufficienza e dell’handicap (indennità di accompagnamento, pensioni ai ciechi e sordomuti, altre pensioni agli invalidi civili). Solo il 15% circa della spesa complessiva consisteva di prestazioni erogate a livello locale, sottoforma di trasferimenti monetari e in natura (minimo vitale, servizi di cura a favore di minori, disabili e anziani non autosufficienti, immigrati, ecc.



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